Ruggero Savinio a Milano

Ruggero Savinio. Opere 1959-2022: una mostra da non perdere quella che a Palazzo reale a Milano espone più di settanta tele di vario formato nelle prevalenti tonalità del giallo e del blu di Ruggero Savinio, pittore ancora attivo, erede dei due dioscuri della pittura italiana, ovvero: lo zio Giorgio (conosciuto col cognome De Chirico) e il padre Alberto Savinio. Una famiglia benedetta dal genio, insomma. Formatosi tra Roma, Milano e Parigi (sue mete ideali giovanili queste ultime due), Ruggero Savinio ci consegna opere che si distaccano dai modelli familiari del surrealismo di cui mantiene però l’eredità metafisica approdando a esiti personali di una pittura sognante e ricercata eppure fisica tattile e concreta che ricorda vagamente la stagione simbolista. Un pittore che (per sua stessa ammissione) ha vissuto le contraddizioni della Milano degli anni ’70 dove il linguaggio pittorico veniva considerato, se non esaurito, di sicuro meno importante per un intellettuale rispetto alla militanza politica o alla ricerca presso altri ambiti artistici in cui il concettualismo la faceva da padrone. In tale contesto, dunque, la scelta di Savinio di dipingere semplicemente si presenta coraggiosa e controcorrente.

Nel docufilm proiettato a Palazzo reale, Savinio dice di essere pittore compulsivo, una passione mai interrotta, in effetti, manifesta nelle opere esposte realizzate in un arco temporale che va dal ’59 a oggi, tutta la seconda metà del Novecento e oltre. L’artista si definisce, inoltre, privo di metodo e favorevole ad accogliere piuttosto le intuizioni offerte dal caso o perfino dal caos, elementi costitutivi della sua ricerca artistica. A prescindere dal fatto che si operi come artista da studio o d’appartamento (la differenza che passa, per esempio, fra i pittori americani e suo zio), il segreto per mantenere viva l’ispirazione (dice ancora Savinio) è non sentirsi mai arrivati come artisti, rimanere dei principianti.

E Savinio, di sicuro, dimostra questo carattere di freschezza e spontaneità nel suo percorso che si snoda tra apparizioni, ombre e autoritratti in cui plasmare la coscienza del sé e tentare la costruzione dell’identità per poi aprirsi alla ricerca dell’altro, di un’epoca, l’età dell’oro di un’Arcadia luminosa che irradia paesaggi idilliaci, fiori e montagne abitate da bellissime muse e ninfe diafane, oppure alla scoperta di rovine malinconiche, quelle romane e siciliane, fino a riscoprire il conforto d’interni familiari e poi tentare ancora il viaggio (fisico o interiore, non importa) tra volti conosciuti e imprevedibili incontri, addirittura intravedere Artaud ramingo e svagato, praticamente impazzito, a spasso tra gli sconfinati paesaggi d’Irlanda.

Immagine in evidenza: Brighton beach, Ruggero Savinio. Altre opere di Ruggero Savinio: La colomba minacciata dall’Uomo d’ombra; Musa; Artaud impazzito in Irlanda.

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