Un libro che colpisce per la lacerante drammaticità questo Sebastian in sogno (Adelphi) di Georg Trakl, poeta austriaco espressionista nato a fine Ottocento che visse gli orrori della Prima guerra mondiale, tentò il suicidio e morì in giovane età per overdose. La poesia a mio avviso più emblematica della raccolta, ma in un certo senso anche premonitrice del tragico destino dell’autore, è La canzone di Kaspar Hauser.
Kaspar Hauser fu il cosiddetto “Fanciullo d’Europa”: visse fino all’età di sedici anni in una cella d’isolamento, senza poter comunicare con nessuno. Fu ritrovato in stato confusionale in una piazza di Norimberga. Un insegnante gli insegnò a parlare, leggere, scrivere. Poco più che ventenne, morì assassinato in circostanze misteriose. Su di lui sono state scritte migliaia di pagine.
Werner Herzog ha tratto da questa storia il film L’enigma di Kaspar Hauser.
LA CANZONE DI KASPAR HAUSER
Per Bessie Loos
Egli in verità amava il sole, che purpureo
calava lungo il colle,
i sentieri del bosco, il canoro uccello nero
e la gioia del verde.
Serio, il suo indugiare all’ombra dell’albero
e puro il suo volto.
Dio gli alitò nel cuore una morbida fiamma:
Oh, uomo!
Quieto il suo passo trovò a sera la città;
l’oscuro lamento della sua bocca:
Io voglio diventare un cavaliere.
Ma gli andavano dietro arbusti e animali,
la casa e l’ombroso giardino di uomini bianchi
e gli dava la caccia il suo assassino.
Primavera, estate e bello l’autunno
del giusto, il suo leggero camminare
presso le stanze buie dei sognanti.
Di notte egli restò con la sua stella, solo;
vide la neve cadere fra i rami nudi
e sulla soglia crepuscolare l’ombra dell’assassino.
Argenteo cadde il capo del non nato.