Docente di filosofia e saggista, Stefano Cazzato ha dato recentemente alle stampe il suo quarto libro su Platone: Il divino Platone. Filosofia e misticismo, pref. di L. Saviani, Moretti & Vitali, 2022, pp. 118. Gli rivolgiamo alcune domande.
1. Il divino Platone rappresenta l’ultimo momento della tua riflessione sul filosofo ateniese. Il percorso che hai costruito sulla sua filosofia aveva un disegno preciso sin dall’inizio?
È certamente un punto d’arrivo di un lungo lavoro di ruminazione sulla filosofia platonica, iniziato oltre dieci anni fa con Dialogo con Platone (Armando), continuato con Una storia platonica e Il racconto del Timeo (Ladolfi) e approdato a Il Divino Platone (Moretti & Vitali).
Non posso parlare di un disegno preciso, anche se leggendo i quattro libri retrospettivamente un filo rosso lo si scorge, ma di una suggestione: che bisognasse cioè rimettere in moto un pensiero inesauribile, liberarlo dalle incrostazioni accademiche, riportarlo alla vitalità e alla vivacità delle atmosfere, dei dettagli, delle situazioni, delle controversie, dei nodi irrisolti, dei personaggi che animano i dialoghi, generalmente letti, soprattutto a scuola o sui manuali, alla luce della sola influenza socratica. Socrate fu sì importante nella genesi del pensiero platonico, ma Platone non è riducibile al suo modo, spesso pedante, di fare filosofia.
2. Partendo dalla riflessione sulla Lettera settima, metti in luce un Platone che matura l’insufficienza del discorso logico per conquistare il Vero. Come avviene in lui il recupero della Verità?
Questa domanda mi consente di precisare il rapporto tra il maestro e l’allievo e più in generale tra il logos, la dimostrazione, la dialettica, da una parte, e la poesia, il mito, la divinazione, dall’altra. Rispetto a Socrate individuo tre forme di liberazione messe in atto da Platone: psicanalitica ovvero il tentativo di liberarsi dall’eredità di un padre-maestro troppo rigido; teorica ovvero il bisogno di affiancare alla dialettica altri mezzi di conoscenza, soprattutto per avvicinarsi, come dimostra la lettera Settima, a quelle realtà divine inavvicinabili dalla ragione; esistenziale ovvero l’urgenza di riscoprire un vecchio desiderio, quello di fare poesia, di coltivare il sogno, di rintracciare dentro e fuori Atene quanto restava del vecchio spirito dionisiaco, che era lo spirito della libertà, della passione, della fantasia, della bellezza, del piacere, pulsioni troppo a lungo inibite dalla ferrea etica socratica.
3. Nell’opera emerge in maniera potente il tema del viaggio. Quanto in Platone il viaggio è importante come momento di riflessione?
Ho dedicato al tema un intero capitolo perché andare a Heliopolis d’Egitto, a Cirene, a Megara, Siracusa, Taranto significava per Platone tornare nei luoghi dell’anti-socratismo dove persisteva o era stata restaurata una concezione iniziatica ed esoterica della vita e del pensiero.
Qui, in queste città più marginali ma ricchissime di tradizioni, di religiosità e di cultura, Platone ebbe la conferma di un’intuizione già maturata molti anni prima in Atene, e cioè che la Grecia non era solo Socrate e la logica, le leggi e la virtù inflessibile del maestro, spinta sino al sacrificio estremo della morte, ma la terra dove ancora, e per fortuna, risuonavano voci diverse: di indovini e oracoli, sacerdoti e profetesse, divinatori e rapsodi, semidei e aruspici, muse e sibille, eroi presi dal sacro furore e poeti ispirati, iniziatori e iniziati.
È grazie al contatto con questo mondo non normato ma ricco di potenzialità metafisiche e di risorse intellettuali il filosofo si lasciò definitivamente andare alle avventure del mito e dell’immaginazione più compatibili con il suo temperamento estetico ed estatico.
4. Più volte hai sottolineato quanto per te la lettura delle opere di Platone sia una continua scoperta. Perché oggi leggere Platone è importante?
Whitehead sostiene che tutta la filosofia occidentale è una serie di note a margine a Platone. Nell’affresco di Raffaelo Sanzio, la celebre Scuola di Atene, Platone occupa con Aristotele un posto centrale. La sua autorità nel Medioevo era paragonata a quella di Mosè. Molti lo considerano un filosofo divino. Il Rinascimento è platonico come il cristianesimo, non a caso definito da Nietzsche platonismo per le masse.
Parafrasando Croce non possiamo non dirci platonici anche se poi ci sono inevitabilmente tanti Platone: il Platone di Heidegger, quello di Gadamer, quello di Simon Weil, di Karl Reinhardt e di tanti altri. È un filosofo complesso, i suoi dialoghi non sono semplici testi ma scatole cinesi, labirinti, congegni complessi, stratificazioni culturali. Si prenda il Simposio. Pensavamo di aver capito tutto di questo testo, poi dopo secoli di studi e di interpretazioni arriva un po’ di anni fa uno come Jacques Lacan e da una prospettiva inconsueta, psicanalitica, lo rilegge interamente alla luce di un personaggio minore sulla cui presenza ben pochi si erano soffermati: Alcibiade. È importante leggere Platone perché ci sorprende sempre, perché la sua filosofia, come i miti che racconta, sono sempre aperti.
5. Se volessi aggiungere un’altra riflessione su Platone, e noi ci auguriamo che sia così, su quale aspetto ti concentreresti?
Continuerei precisando quanto detto nella risposta precedente: mi interessa dare risalto al rimosso della critica, consapevole o inconsapevole che sia, quel rimosso che spesso si annida nei particolari: perché Platone era assente il giorno della morte di Socrate? Era veramente ammalato, come si dice di sfuggita? Che significato ha l’attacco di tosse di un personaggio? È un dettaglio di folklore o un tentativo di sottrarsi alla noiosa dialettica socratica? Qual è il senso di una partita di dadi? È un gioco o un rito iniziatico? Che differenza c’è tra una discussione che si svolge in palestra e un’altra che ha luogo all’ombra di un platano? Elementi insignificanti? Credo proprio di no, perché Platone è l’abile regista di una drammaturgia complessa che non può essere ridotta a semplice cornice dei ragionamenti.
Visto che sei anche uno scrittore di aforismi, potresti in chiusura dirci un aforisma che sintetizza un aspetto importante del pensiero platonico?
Platone è un filosofo che ci ha messo l’anima. Platone: un filosofo luci e ombre. Platone: un filosofo col plot.
Ecco perché lo considero uno scrittore, e non solo un filosofo.
Immagine in primo piano: La Scuola di Atene (particolare), affresco di Raffaello Sanzio, 1509-1511
