Ecco il numero di ottobre di Ce.S.P.O.L.A., “notiziario” periodico mensile cartaceo di carattere satirico. Il mio articolo “Un ricordo personale“ per la rubrica di cronache fantastiche Opercoli è interamente dedicato alla memoria del poeta e amico Mario Grasso:
Oggi è una giornata perfetta, come quella prospettata ne “Le notti bianche” di Dostoevskij: il sole che splende alto, mezzi pubblici puntuali, commissioni sbrigate agevolmente, uffici efficientissimi, ciò che prima sembrava impossibile all’improvviso diventa semplice. Eppure, c’è qualcosa che punge, un dolore, una spina conficcata nel petto: Mario Grasso non c’è più. Il mio non può che essere un ricordo gioioso, come piacerebbe a lui, uomo sì di grande sensibilità, ma anche concreto, ironico e spiritoso. Conoscerlo è stato facilissimo: quando si scrive con l’intento di pubblicare, prima o poi si entra in contatto con i professionisti della scrittura. Sapevo bene chi fosse Grasso, poeta e intellettuale di grande levatura, quando contattai la casa editrice Prova d’autore intenzionata a proporre un manoscritto peregrino. Di lì a breve, ricevetti la telefonata direttamente dal direttore editoriale, Mario Grasso, per l’appunto: aveva letto l’allegato, senza dubbio. Rimasi colpita dall’entusiasmo, l’energia e la voglia di fare che emanavano dalla sua persona. L’amicizia sgorga facilmente tra animi affini, nonostante le apparenti differenze, anagrafiche, in questo caso. D’allora, venni coinvolta nelle attività della rivista Lunarionuovo e fui stimolata a proseguire la mia ricerca artistica. Lessi “Vocabolario siciliano”: una folgorazione. Mario Grasso è stato un vero poeta capace di ottenere esiti sorprendenti sia nell’utilizzo dell’italiano che nei momenti in cui ha elevato il siciliano da dialetto a lingua letteraria. La rinnovata passione intorno allo scrivere mi stimolò a pubblicare con Prova d’autore, a creare un mio blog e a immaginare nuovi progetti, come la promessa di un saggio critico già cominciato: lo porterò a termine. Tanti i ricordi personali, la consuetudine delle telefonate amichevoli con lui e Nives, la sua sposa, come se ci conoscessimo da sempre, gli affettuosi appellativi a me indirizzati, gli incoraggiamenti e gli auguri in qualche caso fatti e ricevuti contemporaneamente (nati quasi lo stesso giorno di due anni diversi), e poi ancora le mail redatte con la cura di epistole in cui il mittente riusciva sempre a strapparmi un sorriso, perfino quando era di malumore, lui di temperamento sanguigno, oppure “intrattabile”. Mai dimenticherò i miei giorni a Catania con il gruppo Convergenze, cultura come condivisione, amicizia e scambio e quella lunghissima e meravigliosa chiacchierata – vero dono del cielo – del 13 luglio 2021 nello studio corredato da migliaia di volumi, “lezione di esoterismo” ebbe a dire qualcuno scherzosamente. E adesso vorrei chiudere ricambiando l’auspicio più bello che mi sia mai stato rivolto: “Caro Mario, amico di questa strada terrena che ora abbandoni, possa Dio o l’ordine spinoziano delle cose ricambiare in eterno la tua generosità: l’amore non si perde, rimane intatto”.
Giusi Sciortino