Quinto opercolo: “Cronache elettorali dal 2052”

Ecco il numero di luglio di Ce.S.P.O.L.A., “notiziario” periodico mensile cartaceo di carattere satirico. Il mio articolo: “Cronache elettorali dal 2052 per la rubrica di cronache fantastiche Opercoli:

È tempo di elezioni nel Regno federale d’Italia: ai cittadini viene rimessa la decisione di concedere o meno la piena sovranità alla Sicilia. Sarei andata a votare alla stessa identica sezione elettorale milanese che frequento da almeno una quindicina d’anni, se questa non fosse scomparsa nel nulla, come risucchiata dalla terra. E dire che le sezioni non scompaiono così, dall’oggi al domani, grosse e pesanti come sono, senza lasciare neanche una voragine, teletrasportate, probabilmente, o disintegrate da invisibili raggi missili. Sospiro avvilita, chiedo ai vigili, ai carabinieri, alla polizia, non ne sanno niente: così è, ne prendo atto. È un giugno caldo, quaranta gradi all’ombra, non mi capacito, mi ostino a cercare tracce di ciò che fu assieme a orde di cittadini disorientati, anziani, disabili, cyborg e pappagalli umanoidi di sicula origine e non che si aggirano sudaticci, affamati e minacciosi a ridosso di scuole e parchi. È pacifico che, nonostante lo stato eccezionale che non cessa da trent’anni, lo scudo solare, i lockdown ecologici e poi ancora l’imperversare dell’insidiosa febbre suina e le scorribande di replicanti arrivati da Marte, questo referendum, da nord a sud, fosse fortemente voluto dal popolo, avversato dal governo centrale, verrebbe da sospettare.

A quanto pare, il server che gestisce l’apparato elettorale ha improvvisamente smesso di funzionare provocando i suddetti disagi in tutto il Regno. Che altro fare oltre a lasciarsi andare a improperi in stile “piove governo ladro”? Rassegnarsi. Pensiero il mio non condiviso da una larga fetta della popolazione che sentendosi turlupinata si è armata di cannucce e pistole ad acqua e ha preso d’assalto la sede dell’Assemblea regionale siciliana (tristemente famosa per la vicenda della demolizione di Palazzo dei Normanni) e quella del Parlamento federale di Milano. I risultati elettorali sono stati invalidati, ma ancora non si sa se e quando si tornerà alle urne. Non succederà mai più, vociferano fonti attendibili, notizie in attesa di conferma, ma che io in qualità di fantagiornalista ho il dovere di divulgare. Potrebbe essere un algoritmo a stabilire in base a modelli predittivi le preferenze popolari; in caso di esito dubbio la risoluzione finale sarebbe demandata a una rosa di elettori individuata da un’apposita commissione governativa: il primo passo verso l’instaurazione di una “Democrazia Elettronica” presieduta da un cervellone quantistico battezzato Multivac Dragan. Non un golpe, una vera rivoluzione democratico-tecnologica. Il mio amico giornalista a cui ho sottoposto quest’articolo ha detto di aver già letto qualcosa del genere in un racconto di Asimov. Non ho potuto controllare: da quando la biblioteca elettronica universale è andata distrutta, non è rimasta nessuna testimonianza della letteratura su carta. Chissà. Meglio non occuparsi del passato e nemmeno del futuro, entrambi incerti, e godersi la parata di carrarmati che sventolano la bandiera a pixel e strisce.

Giusi Sciortino

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