Trieste: delta del corridoio dell’Europa di Mezzo

Ringrazio sempre l’ufficio stampa della casa editrice Prova d’autore per le sue chicche, come questa plaquette in forma di «divagazione, sconfinamento, divertimento» firmata da (in ordine alfabetico) Mario Grasso, decano e cantore della poesia in dialetto siciliano e in lingua nazionale, Laura Rizzo e Giulia Sottile, scrittrici e saggiste. Trieste Giardino delle Esperidi (Prova d’autore, 2021) è un omaggio alla capitale della Venezia Giulia e del Friuli, regioni (le divido apposta, date le specificità locali) che pur essendo geograficamente agli antipodi della Sicilia, con quest’ultima condividono la natura di terre di confine, crocevia di popoli e miniere di storia, tradizione e cultura. Richiamando il concetto di Mitteleuropa, Mario Grasso conduce un delizioso excursus che ricorda la “letteratura danubiana” di Claudio Magris: si spazia tra ricordi personali dei soggiorni a Montaperta (Udine) a quelli di amici e maestri che passarono per Trieste e si accenna a un interessante studio su Ippolito Nievo, secondo Grasso vero precursore del Verismo in Italia. Basta pensare a intelligenze come quelle di Svevo, Joyce, Saba, e ancora Stuparich, Bazlen, Slataper, Dorfles, Cergoly, Mattioni, e poi all’Operetta, alla psicanalisi, all’idea novecentesca di cosmopolitismo, per eleggere Trieste a ideale «Giardino delle Esperidi delle Lettere e delle arti» o delta «dell’eterno corridoio della Europa di Mezzo».

A Laura Rizzo spetta il compito di condurci per mano in visita alla storica Libreria antiquaria Umberto Saba, frequentata, tra gli altri, da Joyce che abitò in quei pressi. Rizzo ci racconta di come la libreria già Quidde, Schimpff e Mayländer fosse rilevata dal poeta-libraio Umberto Saba (pseudonimo di Umberto Poli) nel 1919, di come divenisse libreria antica e moderna e della fervida attività culturale del suo proprietario. Le leggi razziali del ‘40 impediscono a Saba, classificato come “ebreo discriminato”, di avere un’impresa commerciale. Così, il poeta si trova costretto a cedere le quote societarie e a riparare altrove. Tornerà solo nel ‘47 alla sua attività. Dieci anni dopo Saba muore. Carlo Cerne rimane unico proprietario della libreria; gli succede il figlio Mario, attuale titolare della storica Libreria Antiquaria.

Nel ricordo di Sottile, Trieste diviene città non solo letteraria, ma del cuore, oppure karmica, da vivere immergendosi nel bianco che emana da palazzi, strade, cielo e acqua quasi a compiere un percorso di spoliazione da pesi superflui tra «spinte freudiane, le difese e gli abbandoni». L’essenza accogliente e sfaccettata della città è ben rappresentata dalla coperta patchwork che ricopre interamente piazza Unità d’Italia (immagine in copertina del libro), opera vincitrice del Guinness World Record nel 2015. Trieste città di mare, porto franco e frontiera liquida in cui coesistono anime e identità diverse scevre da limiti e costrizioni di sorta, in libertà.

«La mia anima è a Trieste» scriveva Joyce un centinaio d’anni fa.

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