Fiori chiari e fiori oscuri

Ho appena pubblicato un romanzo dal titolo Petali di rose, madonne e carciofi (Prova d’autore), qui. «Le rose sono il sacro e i carciofi il profano?», mi chiede una lettrice. Non proprio, lascio fare all’immaginazione. Guarda caso, contemporaneamente un’amica guida turistica mi propone una gita tra i luoghi sacri e profani di Milano. Faccio alcune interessanti scoperte. A Milano esistono chiese nascoste (verrebbe da dire “chiuse”) che vengono alla luce quasi per caso, ciò che resta della cosiddetta Madonna del Grembiule, per esempio. Leggenda vuole fosse rinvenuta da un carpentiere che, dopo averne involontariamente sfregiato l’affresco, cercò di proteggerlo col proprio grembiule. Per questo ricevette il miracolo: da zoppo che era riprese a camminare perfettamente. Vi fu un tempo anche una Milano a luci rosse dislocata in zona Brera. Un famoso casino sorgeva in Via dei Fiori Chiari, non lontano da Via dei Fiori Oscuri, residenza invece di un monastero di monache. Per non turbare i pubblici pudori, il pur frequentatissimo postribolo non aveva finestre che si affacciavano direttamente sulla strada. Wanda Senigalliesi ne fu l’ultima maîtresse. La chiamavano la bolognese, viaggiò molto ed ebbe tanti amanti, tra cui gerarchi fascisti e, a quanto pare, anche Italo Balbo. Fu staffetta dei partigiani durante la guerra. Con la legge Merlin cadde in miseria. Indro Montanelli scrisse in sua difesa: «In Italia un colpo di piccone alle case chiuse fa crollare l’intero edificio, basato su tre fondamentali puntelli: la Fede cattolica, La Patria e la Famiglia. La famiglia all’italiana funziona solo finché le figlie sono vergini, le lenzuola sono (in genere) pulite solo perché i maschi possono sporcare quelle dei bordelli. E con la famiglia andrebbe a gambe all’aria la Fede per la semplice ragione che non c’è Dio senza Diavolo e la prostituzione è il migliore di tutti i diavoli. E poi la Patria, l’Italia si era fatta lì, nelle case delle Wande, anticamere di ogni eroismo, nell’accogliente affetto di quelle “pensioni” peripatetiche che seguivano gli eserciti nelle avanzate e nelle ritirate, sempre pronte a offrire una consumazione gratis al ferito, al decorato, al reduce stanco. Un invisibile ma infrangibile cordone ombelicale legava per sempre Wanda al concetto stesso di Patria».

Chissà. Dopo la chiusura dei bordelli Wanda finì in strada, poi di nuovo risorse e ancora una volta perse tutto. La incontrarono anni dopo a elemosinare in Stazione Centrale. Dicono adesso viva, ultracentenaria, tra sprazzi di lucidità e sonno, in un ospizio di Montevideo, accudita dalle sue amiche, proprio come in un film di Almodovar.

Giusi Sciortino            

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